Ci sono due diversi modi per capire se le uova sono buone per essere mangiate o meno. Uno è quello che si può definire tecnico, cioè legato alla data di scadenza che troviamo sulla confezione, l’altro è invece il classico e infallibile rimedio della nonna.
In quest’ultimo caso basta riempire una ciotola con acqua fredda e sale al 10%.
• se l’uovo si deposita sul fondo vuol dire che è fresco
• se resta a metà, dev’essere consumato solo previa cottura
• se invece galleggia in superficie è meglio non cucinarlo
La ragione per cui questo metodo funziona è perché i gusci d’uovo, essendo porosi, permettono un passaggio di aria.
Le uova fresche hanno pochissima aria e si depositano sul fondo, mentre quelle più vecchie, colme di aria, galleggiano.
Se l’uovo, una volta calato in acqua si posa su di un fianco, è invece perfetto per essere fritto. Se resta in posizione verticale è invece ottimo per essere bollito.
Sulle uova che compriamo è riportato un codice alfanumerio che contiene informazioni importanti:
- il paese di provenienza delle uova
- il comune dell'allevamento
- la provincia di appartenza
- l'allevamento di deposizione
- il tipo di allevamento delle galline.
La prima cifra riporta la tipologia di allevamento delle galline:
• “0” sta a significare un allevamento di tipo biologico, ovvero che utilizza mangimi e foraggi provenienti da agricoltura biologica (prodotti senza l’utilizzo di concimi chimici di sintesi e prodotti fitosanitari). Gli animali sono in grado di razzolare liberamente all’aperto: si tratta della tipologia di uova che più si avvicina a quelle prodotte dalle galline “ruspanti” di cascine e fattorie.
• “1” corrisponde all’allevamento all’aperto: gli animali possono girare liberi per una parte della giornata, deponendo le uova nei pagliericci oppure sul terreno loro adibito in un ambiente esterno.
• “2” è il codice relativo all’allevamento a terra: questa tipologia consente all’animale di muoversi libero, non all’aperto bensì in un ambiente chiuso. Un esempio di allevamento da codice “2” è rappresentato dai grandi capannoni che si trovano nelle campagne; le galline depongono le uova per terra, sulla lettiera o nei nidi.
• “3” infine corrisponde all’allevamento a batteria, o in gabbia: gli animali non hanno alcuna libertà di movimento, ma trascorrono la loro vita in gabbie e depongono le uova sul fondo della gabbia stessa. Gli spazi sono quasi claustrofobici: in ogni metro quadrato di gabbia possono essere presenti anche 25 animali, e i posatoi a disposizione per deporre le uova hanno una larghezza di appena 15 centimetri. Possono essere impilati sull’altro sino a 4-6 ordini di gabbie.
Mentre nelle prime tre tipologie è il personale dell’azienda agricola a provvedere alla raccolta manuale delle uova, nell’ultimo caso le uova deposte vengono convogliate ai macchinari di confezionamento mediante un nastro trasportatore che passa al di sotto delle gabbie.
La data di deposizione e la data di scadenza sono sempre riportate sulla confezione e/o sul guscio, quindi basta fare un rapido calcolo per capire se le uova siano fresche o meno.
Il rischio, consumando uova scadute, è quello di contrarre la salmonellosi, infezione batterica che si manifesta a livello gastrointestinale.
Le uova non stampate sul guscio, quindi acquistate fresche, durano circa 15 giorni dall'acquisto (quindi dalla deposizione).
I giorni arrivano sino a 21 se mantenute in frigorifero. Nei mesti estivi la tempistica si riduce e andrebbero consumate entro una settimana.
In linea generale un uovo può essere consumato, generalmente, entro 28 giorni dalla data di deposizione. Per sicurezza è meglio comunque non superare le tre settimane.
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